Anthony Appolonia, il killer di gatti

Purtroppo, per quanto ci piacerebbe pensarlo, le violenze sugli animali sembrano non avere mai fine. Abbiamo il nostro tristissimo campionario anche qui in patria, ma nessuna nazione ne è immune. Oggi vi raccontiamo la storia di un criminale americano, Anthony Appolonia. Una storia di ingiustizia. Ricordate la terribile storia di Trescore Balneario? Questa è per certi versi molto simile.

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Anthony Appolonia, l’uomo qui ritratto in foto, ha iniziato, tra ottobre e dicembre 2007, a rispondere ad annunci che proponevano gatti in adozione. In quei due mesi ne ha portati a casa ben 19, tra cui 10 da una sola donna.

Peccato che non fosse spinto da un interesse amorevole verso gli animali. Questo uomo, infatti, cominciava a infastidire i gatti giocando con loro in maniere invasive e fastidiose, forzandoli così, di proposito o no non si sa, a esibire comportamenti aggressivi. Allora, e solo allora, picchiava gli animali fino a rompere loro le ossa e lasciarli sanguinanti. In seguito, li lasciava per un po’ in agonia, senza offrire loro alcun tipo di cura, e infine concludeva il trattamento affogandoli nel water, o nella vasca se erano troppo grandi come dimensione. E quando “terminava” gli animali, si recava presso quanti gli avevano offerto gatti in adozione, chiedendo se ne avessero altri.

Ci sono voluti due mesi perché Anthony Appolonia venisse finalmente ufficialmente accusato di quei crimini. John Casale, un avvocato dedito alla causa animalista, ha fornito alle autorità indizi sufficientemente utili da portare a un arresto; inoltre, nel suo appartamento sono stati trovati annunci riguardanti la cessione di animali cerchiati in segno di interesse. Era il 21 dicembre 2007. Nel settembre 2008 l’uomo si è infine dichiarato colpevole, ammettendo di avere bisogno di cure psicologiche e di aver compiuto quegli orribili atti perché stressato, solo e insoddisfatto della sua vita.

Anthony Appolonia è stato condannato a cinque anni di detenzione, con diritto, eventualmente, alla libertà condizionale. Un fatto che ha fatto infuriare quanti gli avevano affidato animali. Ora, nel 2016, l’uomo è nuovamente libero. Sembra che gli sia proibito avvicinarsi a felini senza essere controllato, nonché adottarne uno o più.

Noi ci chiediamo: sarà stato davvero curato? Sarà in grado di reintegrarsi nella società senza macchiarsi di nuovo di atrocità simili? Sono davvero sufficienti 5 anni di carcere per 19 vite spezzate?