Ecco perchè amo i gatti: splendide righe a opera di un utente Facebook

È cosa ormai più che arcinota che tra i gatti e gli artisti di poesia e letteratura sussista un legame speciale. Eppure questi felini sanno ispirare tutte le menti aperte a comprenderli. Michele Meschi, un utente Facebook come molti di noi, ha pubblicato queste splendide righe sui gatti, che hanno attirato la nostra attenzione e ci hanno convinti a darvi spazio. Ecco perchè amo i gatti.

Queste splendide righe sui gatti sono ricche e lunghe, lo sappiamo, ma vi assicuriamo che vale la pena di leggerle per intero e con attenzione.

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Amo i gatti, perché non ero ancora nato, e un siamese bellissimo è stato nove mesi sulla pancia della mia mamma. Salvo poi tentare di uccidermi nella culla.

Amo i gatti, perché mia nonna ne aveva uno grandissimo con un nome generico e inutile, Miciolati, che a Salsomaggiore si nascondeva nell’armadio appena arrivava mio fratello. Prediligeva il tuorlo d’uovo solo se freschissimo: dicono sia morto di occlusione intestinale, ma secondo me c’entrava anche il colesterolo LDL.

Amo i gatti, perché sono bellissimi, così belli che a guardarli fanno quasi male,
come le forme perfette delle femmine, ancestrali e onnipotenti.

Amo i gatti, perché sono pigri e rilassano, rilassano e tolgono ogni dolore
proprio come il tramadolo, un po’ proibiti, appunto, perché quasi oppiacei.

Amo i gatti, perché profumano delle tue cose, del tuo maglione, delle braccia di tua moglie, della pelle di tuo figlio, della tua anima. E delle tue interiora, quando fanno quelle cacche puzzosissime in mezzo a nuvole di sabbia.

Amo i gatti, perché alle quattro di notte ti toccano la fronte con dolcezza, a richiedere l’umido o i croccantini, e ti leccano con la loro linguetta tagliente e rasposa; e lo fanno con discrezione e malinconia, con gli stessi strumenti con cui potrebbero ferirti.

Amo i gatti perché stanno come piccole sfingi a guardare te, con le pupille sgranate,
e l’orizzonte con due piccole fessure “in cui cadono le monete della notte”.
E sembrano davvero Bašteth e tutte le divinità del Basso Impero,
nell’odore d’incenso o al suono di “finissimi sistri d’argento”.

Amo i gatti, perché sono disegnati come origami di luce,
figure geometriche da colorare in perfetta mindfulness.

Amo i gatti, perché sono pazienti, restano anche mezza giornata ad attendere la cimice sul fiore, simulando disinteresse e roteando la coda come un peloso cobra.

Amo i gatti, perché accarezzarli è come andare dal fisioterapista, assaporare il gelato al limone o la liquirizia. È come fumare la pipa con un goccio di miele, davanti al caminetto e sfiorando la chiappa di Belen Rodriguez.

Amo i gatti, perché miagolano solo per comunicare con l’uomo,
non come i francesi che pretendono che ovunque si parli francese.

La mia fa “miaaaaaaaaa” quando torno dall’ospedale, “meh meh meh” quando vuole il pollo, “frrr” quando la incrocio in corridoio, “miu” se vuole andare sul balcone.

Amo i gatti, perché quando sono a caccia tremano dalla mandibola alle unghie,
e non riesce a distrarli dall’obiettivo neanche il terremoto.

Amo i gatti, perché capiscono la tua miseria anche prima di te.
E lo sanno, Dio se lo sanno che cos’hai.

Amo i gatti, per le loro testatine sulle tue ginocchia, per i loro sbuffi e soffi minacciosi.
La mia una volta ha ruggito.

Amo i gatti, perché, se si fidano, si fanno grattare a pancia all’aria,
puoi persino carezzar l’interno coscia e tirarli per la coda lungo il pavimento.

Amo i gatti, perché se non si fidano ti fanno graffi da centro trasfusionale,
e col morso felino, come dice il mio mitico veterinario,
devi andare subito al Pronto Soccorso senza passare dal via.

Amo i gatti, perché le orecchie gliele puoi anche mordicchiare, puoi baciarli sul musetto, puoi toccar loro le estremità senza pungerti.

Amo i gatti, perché dài, osservali: i gatti lo sanno, quali sono il terzo segreto di Fatima
e il trecentocinquantamilionesimo di Medjugorje,
che cosa c’era scritto sull’agenda rossa di Borsellino, chi ha ucciso Kennedy e Aldo Moro,
se Dio esiste e pure l’ingrediente misterioso della Coca-Cola.

Amo i gatti, perché conoscono il senso dell’amare: non possedere e non esser posseduti, girare liberi sui mobili della cucina e sapere che non riescono più a scendere, se non sei a casa.

Forse le splendide righe sui gatti sono dedicate proprio a questa micia. Chi lo sa? Fonte: www.facebook.com

Questa è la fotografia allegata al post, chissà se questo bellissimo scritto non sia dedicato a questo splendido tigratino.

Noi speriamo che queste splendide righe sui gatti vi abbiano commossi nel profondo, come è accaduto a noi!