Giustizia per Lucy, gatta torturata: una petizione

Sarebbe bello poter dare solo notizie positive, o potersi permettere di chiudere gli occhi davanti a certe atrocità. Purtroppo, non ci è permessa nessuna delle due cose. Soprattutto, quando un essere innocente ha subito torture inumane e merita giustizia, merita che la sua storia venga raccontata e che a gran voce si chieda alle autorità di intervenire. Questa è la storia della piccola Lucy.

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Lucy. Fonte: www.nydailynews.com

Era il novembre 2015 quando Declan Garrity, analista finanziario originario dell’Irlanda e impiegato presso la Barclays PLC, si è trasferito in un appartamento dell’Upper East Side di Manhattan come coinquilino dell’infermiera Danielle e della sua gatta, Lucy. Pare che si sia impegnato per convincerla ad accettarlo come coinquilino, facendole credere di essere una persona affidabile e amante dei gatti; sui suoi profili social si proclamava animalista e vegano.

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Non molto tempo dopo l’insediamento di Garrity nell’appartamento, Lucy ha iniziato a manifestare strani comportamenti: si nascondeva di continuo nell’armadio della sua umana, mangiava pochissimo e si leccava spesso le zampe. Inoltre, sembrava aver sviluppato un’avversione profonda e del tutto particolare verso Garrity. Non si parla, fino a questo punto, di ferite sul corpo della gatta, pertanto questi erano probabilmente sintomi dell’ansia che i dispetti subiti, fino a questo punto in una certa misura fisicamente innocui, provocavano alla micia.

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Lucy. Fonte: https://forcechange.com

Il 25 gennaio 2016, Lucy è stata trovata con il bacino spezzato. A Danielle, sconvolta, il coinquilino ha spiegato che le era caduto per errore un ferro da stiro addosso. Le cure non sono tardate ad arrivare ovviamente. Ma sfortunatamente la storia non finisce qui.

Il 20 febbraio Lucy, terrorizzata e dolorante, si è nascosta sotto il letto della sua umana. Sul suo corpicino, un inferno di ferite: bruciature varie, fratture alle zampe di destra, un’altra frattura al bacino, artigli spezzati, denti rotti. Il veterinario ha ben presto sciolto l’arcano, rivelando all’allibita signora che quelle ferite non erano il risultato di un incidente, bensì il frutto di un deliberato pestaggio.

Lucy, ricevendo un equivalente di più di 12.000 dollari di cure, tornerà probabilmente in salute, ma non senza essere sottoposta a diversi interventi chirurgici. E la sua umana, addolorata per non essersi resa conto prima di cosa stesse accadendo, in colpa per non aver pensato al peggio e non aver risparmiato alla sua micia questo inferno, è ben disposta a pagare. A tale scopo è stata aperta una raccolta fondi.

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Lucy. Fonte: cnbc.com

Quanto a Declan Garrity, è accusato di maltrattamento e tortura ai danni di animali, con l’aggravante di sadismo e depravazione negli atti. Non solo, è stato licenziato dal lavoro e gli è stato proibito di avvicinarsi nuovamente sia a Danielle, sia all’appartamento che condivideva con lei. Inizialmente rilasciato su cauzione di 5.000 dollari, ha successivamente cercato di introdursi nell’appartamento, solo per essere nuovamente messo in detenzione e uscire su cauzione di 1.000 dollari.

Ma a Danielle non basta. A nome di una certa Kendra Richards, è stata aperta una petizione in cui si chiede alle autorità non solo l’applicazione della pena massima, ma anche che Garrity sia diffidato dall’entrare in contatto con altri animali a vita.

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Forse non tutti abbiamo denaro da donare, ma una firma non costa nulla. E la petizione è accessibile a tutti.

Sappiamo quanto faccia male leggere certe parole, e immaginare le sofferenze di Lucy. Noi, però, non possiamo che sposare le parole di Johnny Depp. Siamo liberi di chiudere fisicamente gli occhi di fronte a immagini strazianti, ma solo fisicamente. Non deve essere una scusa per ignorare realtà scomode e dolorose.

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“Se non vi piace veder postate immagini di animali vittime di violenza, quello che dovete fare è dare una mano a fermare la violenza. Non le immagini.” Fonte: serbiananimalsvoice.com