La Casa del Gatto di Riga, un’opera di architettura dal sapore felino

Il gatto, il nostro felino, non si è guadagnato una presenza cospicua all’interno del mondo letterario e pittorico: c’è un mondo “gattesco” anche nella più, per così dire, concreta arte dell’architettura. Lo dimostrano la Porta del Gatto, la porta sud della Cattedrale di Ribe, nonché un interessante edificio della Via Baltica: la Casa del Gatto di Riga, città capitale della Lettonia.

Fonte: http://www.petsblog.it

Il motivo per cui questo edificio è chiamato Casa del Gatto è evidente, per quanto forse non immediatamente percepibile, in questa foto: avete visto i due gattoni che decorano i due coni sovrastanti il lato destro e sinistro del tetto?

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In questa seconda foto, grazie al colore chiaro del cielo, la silhouette si vede ancora meglio.

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Ed infine, ecco un chiarissimo primo piano delle sculture feline a cui è dedicato questo articolo.

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Questi micioni sembrano, a una prima occhiata, semplicemente mettere in mostra la loro grazia e il loro senso dell’equilibrio, ricordandoci che noi esseri umani non saremmo mai in grado di esibire tanta grazia con così poco spazio a disposizione per i nostri piedi e mani. Tuttavia, chi studia architettura e conosce le arti sa che c’è sempre qualcosa in più rispetto a ciò che l’occhio vede in un’opera.

E la Casa del Gatto di Riga, nello specifico, ha alle spalle una storia interessante.

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Il lettore studioso di storia che incidentalmente abbia approfondito la storia di Riga, sa forse che un tempo sia la Camera di Commercio Maggiore sia la sede del comune erano allocati… dal lato del posteriore dei due gatti. Pertanto, i dipendenti di entrambe le strutture si ritrovavano ad ammirare appunto due posteriori felini lungo la loro più diretta linea di vista.

Un caso? Assolutamente no. Pare che la Casa del Gatto di Riga sia stata commissionata da un ricco commerciante vistosi negato l’accesso alla Camera di Commercio Maggiore; una versione alternativa narra invece che facoltoso cittadino si sia ritrovato coinvolto in un’esacerbata disputa con il proprietario della casa, non conclusasi a suo favore per decreto del comune. In entrambi i casi, la costruzione di queste due sculture è stata intesa come un dichiarato segno di disprezzo verso l’altra parte della disputa: il fatto che i gatti mostrino il posteriore vorrebbe indicare chiaramente quanto l’abitante della casa tenga in conto la “sentenza” del suo rivale, che esso sia il comune o la Camera di Commercio Maggiore.

O almeno, così dice la leggenda.

Se solo quell’uomo avesse saputo come, al contrario, i gatti mostrino il didietro come segno di fiducia e amore!