L’ospedale Boreo ha cacciato il micio Romeo, ospite lì da 15 anni

Gli ospedali sono uno dei luoghi in cui nessuno di noi vorrebbe mai trovarsi a entrare, che la cosa riguardi la propria salute, o che ad avere bisogno delle cure di un medico sia una persona cara. Quando si è fortunati, si tratta di semplici controlli medici; talvolta purtroppo sopraggiungono problemi seri, che rendono l’attesa sulle sedie esterne agli ambulatori o il camminare lungo i corridoi una vera fonte di ansia.
Ecco che, allora, esistono ospedali che fanno uso della pet therapy per tranquillizzare gli animi, ospedali come il Whipps Cross Hospital di Londra, in cui il micio Arthur sonnecchia sulle sedie delle sale d’aspetto. Anche una struttura sanitaria di Rimini possedeva fino a poco fa un simile pregio… ma quella struttura, l’ospedale Boreo ha cacciato il micio Romeo.

banner

Per ben quindici anni Romeo, questo gatto ha vissuto presso l’ospedale di Sanremo. Si aggirava tra la portineria e la sala d’aspetto del Pronto Soccorso, sistemandosi sulle sedie. La sua presenza e le sue fusa e coccole erano un balsamo per chi si ritrovava a dover entrare in un ambulatorio.

Questo fino a quando un utente Facebook, membro del gruppo “Sei di Sanremo se…”, ha espresso malcontento e messo in dubbio le politiche igieniche del Boreo. Ha fatto un tale baccano che la direzione sanitaria ha dovuto avviare un controllo e decretare che Romeo, all’interno dell’ospedale, non era più il benvenuto.

La reazione dei sostenitori del felino non si è fatta attendere, e ha riverberato sui social in un’onda inarrestabile. È scattato l’hashtag #rivogliamoromeoacasa ed è stato aperto il gruppo “Romeo la pet theraphy”. che ad oggi ha raccolto già 398 membri. Non sono mancate, ovviamente, le critiche aperte a chi ha dato inizio all’esilio di Romeo e a chi ha poi preso la decisione.

Sorge, in tutto questo, spontanea una domanda: che fine ha fatto il micio? Sì, l’ospedale Boreo ha cacciato il micio Romeo, ma lui dov’è ora?

La risposta è tanto semplice quanto confortante. Un’infermiera già nota per essersi curata del benessere di Romeo lo ha portato a casa con sé, rendendolo parte della sua famiglia.