Macerata, il Comune stanzia 11mila euro per una casetta per i gatti della colonia

Una struttura per gatti randagi all’interno del cimitero, con relativa sistemazione dell’area. È questo il progetto che sta per prendere corpo a Macerata, dove saranno investiti 11mila euro per garantire tutela e controllo delle colonie feline presenti in zona. A gennaio, infatti, alcune mortalità sospette di gatti avevano fatto scattare l’allarme. Gli accertamenti hanno escluso avvelenamenti, rilevando la circolazione di panleucopenia felina.

L’area dove sorgerà la struttura. Credit: comune di Macerata

Il progetto della struttura

Quella che sorgerà nel cimitero di Macerata sarà una struttura per gatti dotata di tutti i comfort necessari. Saranno realizzati due box di due metri per due con cucce in pannello coibentato, divisori, pedana e mensole varie. Inoltre, sarà pulita e sistemata la vegetazione esterna. Si tratterà di una struttura mobile, ma non è detto che il Comune la rimuoverà in futuro. “Conoscere la realtà, l’ubicazione, la composizione e lo stato di salute dei gatti di una colonia è fondamentale per la sua gestione che comprende non solo l’alimentazione e la predisposizione dei ripari, ma anche gli interventi di tutela e controllo, a partire dalle attività di limitazione delle nascite e cura dei soggetti ammalatiha spiegato l’assessore con delega agli Animali d’Affezione Laura Laviano.

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La colonia più numerosa

Quella del cimitero è la colonia felina più numerosa di Macerata, e i gatti presenti al suo interno sono soliti nutrirsi e trascorrere qui la notte. La nuova struttura (che sarà collocata all’esterno del cimitero) sarà un punto di riferimento per tutelare e monitorare i gatti in maniera più efficace. I felini dormiranno e mangeranno nella nuova “casa”, e saranno seguiti costantemente dai volontari. Ricordiamo che in Italia la colonia felina è stata riconosciuta e ufficializzata per la prima volta dalla Legge Nazionale n.281 del 14 agosto 1991 “Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo”.